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Pillole di investigazioni difensive: riapertura di un caso di omicidio

Aggiornamento: 25 gen 2023


Romina ha venti anni quando scompare da Aversa (CE) una mattina di giugno 2004 mentre, assieme ad alcuni colleghi, promuoveva contratti di telefonia Wind porta a porta. Ciò che rimaneva del suo corpo, venne ritrovato per caso, dopo cinquanta giorni, in un bosco antistante la Reggia di Carditello a circa dieci chilometri dal paese casertano. Due colpi di arma da fuoco alla testa e una ferita da punta e taglio alla schiena.

La scena del crimine è complessa e ormai compromessa. Il corpo non può dire molto, gli indumenti, neppure. Il telefono della giovane non viene più ritrovato. Le indagini languono e nonostante le molte piste battute, alla fine, il caso viene archiviato.

Sull’omicidio di Romina Del Gaudio, chiuso senza un colpevole, hanno indagato l'investigatore Giacomo Morandi e la criminologa Luisa D'Aniello e il caso è stato riaperto.

Nei prossimi articoli andremo a ricostruire quanto emerso nel corso delle investigazioni difensive e che cosa ha permesso di riaprire il caso, ma prima vediamo qual è il percorso che è stato seguito.

Investigazioni difensive su un cold case

Ma come è stato possibile aprire un caso chiuso? Le investigazioni difensive possono essere svolte in ogni stato e grado di un procedimento penale, per promuovere un giudizio di revisione o, come in questo caso, per sollecitare la procura ad avviare nuovi accertamenti in un’indagine ormai chiusa.

L'incarico per le investigazioni difensive

Un soggetto legittimato, qui è stato lo zio della vittima, ha dato incarico ad un avvocato il quale, a sua volta, ha formato un team difensivo per lo svolgimento di investigazioni difensive. Solo con un incarico formale per investigazioni difensive è quindi possibile avviare le nuove investigazioni ed accedere a tutta la documentazione delle indagini svolte dagli inquirenti.

Il sopralluogo, parte integrante delle investigazioni difensive

Subito dopo è stato effettuato un primo sopralluogo dove è stato rinvenuto il corpo della vittima. Tornare sui luoghi è parte fondamentale di ogni investigazione, non importa se sono passati pochi giorni o trenta anni. In questo specifico caso, il luogo del ritrovamento era un bosco artificiale di querce accanto ad una strada, accessibile (apparentemente) solo a piedi. Qui, furono rinvenuti alcuni effetti personali di Romina e repertati assieme ad altri che si riteneva appartenessero alla vittima o al suo aggressore. Con quale criterio è stata fatta questa scelta lo vedremo.

Il sopralluogo non si è limitato all’area del ritrovamento ma si è allargato a tutto il centro di Aversa dove la ragazza si trovava quella mattina. Sono stati valutati tempi e distanze in corrispondenza con le dichiarazioni rese da persone informate dei fatti che avevano (forse) visto la ragazza.

Nuove piste investigative

Contestualmente sono state analizzate nuove piste investigative: una lettera giunta alla trasmissione “Chi l’ha visto?” in cui un testimone dichiarava di aver visto la vittima salire su un’auto e mai arrivata alla Procura; la tessera di una piscina ritrovata nel bosco di cui siamo riusciti a risalire all’intestatario; la rivalutazione dell’intera scena del crimine.

La richiesta di nuovi accertamenti

Le investigazioni difensive si sono concluse con la richiesta alla Procura di svolgere ulteriori specifici accertamenti su due diversi soggetti, e alla luce del ribaltamento della scena del crimine, su nuove analisi scientifiche che sono state effettuate dal Carabinieri del RIS di Roma.


Autore: Giacomo Morandi


Classe 1979, è entrato nel mondo delle investigazioni poco prima dei venti anni. Perfezionato in Scienze delle Investigazioni Private e della Sicurezza, è specializzato nelle indagini difensive e aziendali ed è titolare della licenza di Abaco dal 2007. Svolge con passione e dedizione indagini difensive nei più svariati ambiti criminali affiancando il team difensivo in ogni fase processuale dalle indagini preliminari al dibattimento. Nel corso degli anni è stato incaricato di investigare quasi sempre in favore del “cattivo”, avendo la possibilità di lavorare su complessi casi giudiziari, alcuni dei quali hanno suscitato una notevole eco mediatica.




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