La Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 6174/19 del 1.03.2019 conferma, ancora una volta, la legittimità dell'indagine sul lavoratore dipendente quando non sia finalizzata al controllo dell'attività lavorativa stessa. Nessuna violazione della privacy nè dello statuto dei lavoratori, infatti, quando le motivazioni dell'incarico sono legate alla risoluzione di una problematica, anche di natura penale, che comporta un danno per l'azienda. Si inquadrano in questa ipotesi i casi di assenteismo con attestazione falsa di malattia, doppio lavoro, uso spregiudicato di permessi legge 104, furti e frodi, .
La decisione si inserisce in un lungo elenco di sentenze che hanno ormai delineato la legittimità e i limiti dell'attività investigativa che è possibile svolgere su un lavoratore dipendente.
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